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I4LCK

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Inserito il - 02/04/2013 : 11:46:20  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I4LCK  Guarda l'indirizzo Skype di I4LCK Invia a I4LCK un Messaggio Privato
Cari lettori,
Soci e simpatizzanti della ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI
mi permetto di riportare l'editoriale che il Consigliere ALFREDO GALLERATI IK7JGI presenta sul numero di APRILE della nostra RADIO RIVISTA che è l'organo ufficiale della Associazione.


Personalmente ritengo che l'articolo sia di interesse generale e chiarisca ,ancora ve ne fosse bisogno,il concetto di operatività della ASSOCIAZIONE .
Buona lettura de
Franco I4LCK

Patto delle Sezioni e dei CR:
rispettare le regole prima di tutto!
L'intervista di Alfredo Gallerati, IK7JGI*


Il CDN sta navigando verso il suo secondo anno di attività. Spesso ci troviamo, nostro malgrado, a fare i conti con situazioni controverse, conflitti di competenze, veri e propri scontri individuali, dettati spesso da risentimenti e incomprensioni personali che rischiano di essere poi trasferiti nell'ambito di Sezioni, Collegi Sindacali e/o Comitati Regionali. Nei mesi passati ci siamo imbattuti spesso in situazioni sconcertanti che ci hanno dato la chiara percezione di come, molti di noi soci abbiano dimenticato ovvero ignorano le regole della civile convivenza sociale cui s'ispirano Statuto e Regolamenti in una qualsiasi organizzazione, nel nostro caso nell'ARI.

Questa non è una personale, elegante interpretazione dei fatti (hi!); è invece la <storia dei fatti>, degli elementi che la nostra esperienza ha registrato negli ultimi mesi. In 86 anni di storia, l'ARI ha attraversato “fasi” storiche diverse, quella attuale è una fase critica molto articolata per eventi che stanno portando nuova linfa ad attività, iniziative, capacità organizzative e nuove strategie negli interventi strutturali dell'Associazione. Ma anche per certi altri eventi che turbano e infiammano il clima in cui vogliamo lavorare tutti insieme, per un bene comune, per aprire all'ARI un futuro che ispiri fiducia alle prossime generazioni di radioamatori che dovranno essere i protagonisti del radiantismo e devono rimanere l'investimento più forte che si può fare. Tutto abilmente pensato e sostenuto da una metodologia di base: ripristinare il rispetto delle regole per salvare l'equilibrio di una sana vita associativa. Tante volte nasce spontaneo il sospetto che mi lascia un tormentone e penso: <... ma nei decenni passati, i colleghi che hanno assunto cariche nella gestione organizzativa ed economica della nostra Associazione, hanno fatto davvero ogni sforzo per evitare che il clima di vita associativa degenerasse fino a noi? Come possiamo riportare il clima associativo alla normalità?>. Per rimanere alla storia degli ultimi anni, da ciò che abbiamo osservato, penso si possa ritenere che in ARI, siano presenti alcuni soci di chiara vocazione “surrealista”, vocati cioè a vivere il surrealismo in un ambito, quello associazionistico, in cui la condivisione del radiantismo, basterebbe a lasciarci tutti vivere in pace. Il surrealismo diventa così la prima chiave di lettura di contraddizioni a cui non vorremmo credere e su cui, vorrei fare una riflessione: candidati a elezioni per le cariche in Comitato Regionale che avevano persino dimenticato il rinnovo annuale; sezioni che provvedevano al rinnovo delle cariche di CD senza aver mai indetto elezioni (avranno forse dimenticato?); soci il cui mandato è scaduto da tempo invece e continuano a svolgere un ruolo che, di fatto, non hanno. Si potrebbe continuare ancora con diversi altri “esempi”, tutti comprensibili e mai condivisibili, alla luce di una sempre più forte esigenza di miglioramento della comunicazione all'interno dell'ARI, tra soci e realtà territoriali. Poiché vado sempre più consolidando la convinzione per cui qualsiasi associazione oggi dovrebbe sintonizzare la propria organizzazione sui ritmi dei profondi mutamenti sociali, sulle trasformazioni delle dinamiche nei rapporti relazionali e su altri aspetti incisivi sul nostro stile di vita associazionistica, ho sentito il parere del sociologo. Piergiorgio Siciliano, mi ha chiesto di non citare alcun suo titolo accademico, bensì di ricordare che è IW8ZLC.
Ho voluto offrire all'amico Piergiorgio - che ringrazio di cuore a nome dell'ARI - uno spaccato della realtà ARI oggi, e l'ho invitato a darci una sua chiave di lettura.

In quale modo, a tuo giudizio, è cambiata la società dei radioamatori e degli appassionati della radio oggi?
<<Grazie Alfredo per l'opportunità di esprimere il mio parere e le mie percezioni sulla “società” radioamatoriale e sull'Associazione della quale faccio parte. Il mio sguardo verso questa realtà non può derivare da uno studio preciso sull'argomento ma cercherò di rappresentare quella che è, per me, una fotografia dell'attualità.
Vorrei pensare a questa opportunità come un modo per lanciare un confronto tra le varie componenti di questa nostra associazione. Sono radioamatore dal 2002 ed iscritto all'ARI dal 2004 ma già simpatizzante dal 2000, ed all'interno della Sezione di Potenza ho fatto la cosiddetta “gavetta” prima come Sindaco, Presidente del Collegio Sindacale, Segretario di Sezione e oggi Presidente.
In questi anni i radioamatori non hanno cambiato il loro carattere: sono sempre pervasi dalla curiosità di scoprire, di conoscere, di diffondere le proprie esperienze e di farne altre sempre più ambiziose. Hanno voglia di dare una mano mediante le proprie competenze a chi, in momenti particolari, è in difficoltà e spesso si defilano dietro le quinte. Quello che è cambiato è tutto il contorno. Oggi l'informazione va molto più veloce di 10 anni fa e lo scambio di esperienze e conoscenze è 100, 1000 volte superiore di 10 anni fa. Anche le tecniche radioamatoriali sono arrivate a livelli inimmaginabili. Altro elemento che noto di cambiamento è la mancanza di una folta schiera di giovani con una fascia di ètà dai 18 ai 30 anni.
Questi due elementi influiscono anche sulla nostra compagine associativa che rimane in affanno, per ciò che riguarda le iniziative “innovative” volte allo sviluppo e diffusione di nuove tecnologie, e resta poco sensibile all'ingresso di giovani leve, magari, anche mediante una quota d'iscrizione di vantaggio>>.

Lo Statuto ARI è stato pensato per una realtà socio-culturale di 87 anni fa. Pensi che il suo impianto possa essere sostenibile oggi, nel 21° secolo?
<<Lo statuto rappresenta il primo strumento di governo di una organizzazione. Esso è la declinazione in regole condivise di valori, scopi e protocolli di comportamento che devono garantire un'equilibrata vita associativa il quale rispetto, moltiplica la fiducia che i soci hanno nella organizzazione. Qualche tempo fa ho avuto modo, per esigenze associative, di rileggermi lo Statuto ARI ed ho molto riflettuto sulla lungimiranza di chi ha scritto questo statuto notando regole molto chiare di trasparenza, di democrazia e la voglia di costruire un'associazione basata sulla capitalizzazione di esperienze culturali e tecniche molto alte. Uno statuto scritto da gente che vedeva una associazione con principi e basi molto solide.
Questo statuto, però, si scontra con i tempi che cambiano e che, purtroppo, cambiano in maniera molto rapida. Con la stessa velocità si evolvono anche le sollecitazioni esterne come ad esempio la necessità di avere, per le sedi periferiche, nuove fonti di sostentamento e delle responsabilità all'interno di organizzazioni come la Protezione Civile. Da questo punto di vista il nostro statuto potrebbe essere paragonato ad un bambino che cresce ma resta con le scarpe piccole. Di sicuro la crescita non si può interrompere ma le “scarpe”, credo, vadano adeguate per assecondare una giusta evoluzione.
Credo che i margini per un cambiamento che non intacchi in maniera forte l'impianto valoriale della nostra associazione ci possano essere e credo vadano partecipati di più quelli che sono gli input che vengono dalla base della nostra associazione>>.

Un Consiglio Direttivo Nazionale, registra un ostinato rifiuto, da parte di singoli soci ma anche di Sezioni, di Comitati Regionali ecc.. al rispetto delle regole, quindi anche dell'etica associativa. A quali fattori possiamo attribuire questo inquietante fenomeno?
<<La composizione di un Consiglio Direttivo, a mio parere, non può prescindere da due caratteristiche: la prima è il “merito”, cioè “chi si prodiga a favore degli scopi della associazione merita posizioni di vertice”, la seconda è l'aver sviluppato un'alta cultura associativa che è fondamentale per rispettare sia l'etica associativa che le regole pratiche di gestione di una organizzazione.
Con queste due caratteristiche di base, a mio modo di vedere, un Consiglio direttivo può sviluppare una maturità tale per capire i cambiamenti, assecondare quelli giusti e facendo rispettare i principi dell'associazione far rispettare le regole senza tralasciare il buon senso. A mio parere, bisogna far capire che una Associazione che ha quasi un secolo di storia è un “bene comune”. Su questo vorrei consigliare un monitoraggio più puntuale da parte del CDN o suoi delegati sull'andamento dei Comitati Regionali e delle Sezioni. Come non sarebbe una cattiva idea iniziare a formare i dirigenti delle Sezioni e dei Comitati Regionali in modo da far condividere in maniera inequivocabile i valori e l'etica della nostra associazione>>.

Cosa potrebbe fare l'ARI per migliorare oggi, i parametri della sua vita associativa?
<<Secondo me, l'ARI per migliorare i parametri della vita associativa dovrebbe migliorare la capacità di ascolto del territorio.
E' importante valorizzare le Sezioni che sono le “antenne del territorio”, sbrigliarsi velocemente da uno statuto troppo rigido, aumentare il livello di partecipazione dei soci (magari con le dirette streaming del CDN) ed aprirsi alle sollecitazioni che vengono dalle Istituzioni.Purtroppo, noi non possiamo essere fermi con un mondo che ci gira intorno, non abbiamo il monopolio della cultura radiantistica e non siamo assolutamente indispensabili nella vita delle persone, per questo va fatta “promozione” di quello che facciamo e di come lo facciamo. Chiaramente, tutto questo, passa per un abbattimento radicale del conflitto interno che stanca e scolla il corpo sociale facendo perdere quello che è il “valore aggiunto” della nostra associazione>>.

Come si possono ripristinare gli equilibri nelle sinergie tra Soci, Sezioni, Comitati Regionali, CSN e CDN?
<<Un mio caro amico, socio della Sezione di Potenza, dice sempre che bisogna fare cose intelligenti. Bisogna svecchiare, ripristinare una cultura ed un'etica associativa oltre che un senso di appartenenza ad un'organizzazione che deve essere capace di stare al passo con i tempi attraendo giovani e scrollandosi di dosso tanti lacci e lacciuoli che la fanno restare “al palo”. Bisogna, a mio modo di vedere, scendere nei territori, parlare ed ascoltare i portatori di istanze, i Presidenti di Sezione, i singoli soci, bisogna essere capillari, bisogna tener botta. Poi, i conflitti interni si risolvono solo con il buon senso e capendo che al di là di noi, in un contesto associativo, c'è l'ARI>>.

Ringrazio Piergiorgio per questo suo ritratto di quello che l'ARI dovrebbe essere in futuro.
Per non lasciare le parole sulla carta e tradurle nella realtà quotidiana provo a lanciare una proposta. Un “Patto delle Sezioni e dei C.R. condiviso da CDN e CSN che abbia quale essenziale obiettivo la condivisione delle regole. Poiché non può esistere associazione senza regole. La condivisione delle regole aiutera' le sezioni a crescere, quindi a sviluppare meglio le proprie attivita', le proprie aspirazioni. Sezioni, Comitati Regionali, Collegi dei Sindaci e CDN devono parlare la stessa lingua. Il senso del rispetto dello Statuto e dei Regolamenti dev'essere avvertito da tutti. Nel gioco di tutta la squadra dell'ARI, la regola dev'essere: le regole prima di tutto!

* IK7JGI Consigliere CDN ARI











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I4LCK RUOLO D'ONORE, SOCIO
oltre i 60 anni
TOP HONOUR ROLL Nr 89
Associazione Radioamatori Italiani -
Sezione ARI -
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Il RADIANTISMO NON è un HOBBY ( traduzione di.... perdita di tempo....) ma un SERVIZIO DI ISTRUZIONE INDIVIDUALE ecc. ecc. (definizione universale della I-T-U- ) Rammentiamolo!

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i4fgg

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Inserito il - 06/04/2013 : 21:34:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i4fgg Invia a i4fgg un Messaggio Privato
Ciao Brontosauro!
Ti leggo, condivido con te (e con Alfredo) la sostanza dei contenuti dell’editoriale apparso sull’ultima RR, ma ti debbo dire che mi sono mosso in una direzione diversa dalla tua: ho stamburellato sulla tastiera per scrivere due righe direttamente a IK7JGI e che riporto per correttezza solo in parte: modo per lasciare ai frequentatori più perspicaci del forum di capire i contenuti della parte mancante.

Bravo Alfredo! Senza retorica e con sincero apprezzamento.
Plaudo al tuo “editoriale” apparso sull’ultima RR: un articolo dai significati profondi e dettato da esemplare spirito associativo.
Da quel “grillo parlante” che sono ti debbo però ricordare che ……………..
………
………
Per concludere, Alfredo, se si vuole arrivare a patti, parlare la stessa lingua con Sezioni, CC.RR. e Collegi Sindacali, è necessario che chi fa la prima mossa dia l’esempio: fate un esame di coscienza, identificate i vostri errori, rimuoveteli senza indugio e poi pretendete che tutti gli altri appartenenti alla Associazione facciano lo stesso.
Augurandomi di leggere quanto prima un tuo nuovo editoriale dal titolo Patto con le Sezioni ed i CC.RR.: rispettiamo le regole prima di tutto, ti ringrazio per la tua cortese attenzione e ti auguro sinceri 73.

Chi vive veramente l’associazione, non avrà difficoltà a riempire le parti punteggiate. Per gli altri, è sufficiente che focalizzino la loro attenzione sulle ultime tre righe.

73 a tutti giacomo i4fgg







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73 da giacomo i4fgg ac2hs 9a8oo
HR ARI # 466

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